Quali sono le difficoltà del copywriter freelance?
Ecco 5 difficoltà del copywriter freelance che secondo me accomunano un po’ tutti i professionisti della scrittura; proviamo a vedere insieme come superarle.
Essere un copywriter freelance è una grande fortuna da una parte, una condanna dall’altra. Un po’ come in tutti i lavori ci sono alcuni aspetti positivi e altri negativi; il segreto per sopravvivere a lungo svolgendo questo tipo di professione è cercare di continuo un equilibrio che ci permette di affrontare le problematiche una per volta, con calma, e trasformarle quando possibile in nuove opportunità.
Vediamo insieme quali sono le maggiori e ricorrenti difficoltà di un copywriter freelance e come riuscire a risolverle – o perlomeno a non farne un dramma, che già mi sembra più fattibile-.
Il copywriter freelance fa fatica a ricevere feedback
È vero, spesso i clienti non ci dicono se il nostro lavoro va bene o meno, non sappiamo a quali modifiche è andato incontro il testo che abbiamo scritto e per quale motivo, spesso è difficile anche capire se la collaborazione sta procedendo bene o no. A mancare sono i feedback, sia positivi che negativi, e quando non c’è riscontro dall’altra parte diventa complesso per un copywriter freelance misurare la bontà del proprio operato.
Il fatto di essere professionisti non ci risparmia dai rapporti con clienti esigenti o esageratamente pignoli, che possono mettere in discussione il nostro lavoro da un punto di vista non tanto tecnico quanto di approccio. In tal caso chiediamo i feedback: non tutte le volte, non tutte le settimane, ma magari fermarsi una volta al mese per fare il punto della situazione e tirare le somme può servire a creare una comunicazione utile per ambe le parti.
Il copywriter freelance perde tempo e soldi facilmente
Anche questo è vero, e non per colpa della scarsa professionalità. Quando si lavora in proprio bisogna coordinarsi con i clienti, i clienti sono impegnati con i loro lavori e quindi spesso hanno la splendida abitudine di dimenticare di inviare materiali, firmare un contratto o, peggio, pagare.
Il copywriter freelance è abituato a dare valore al proprio tempo, tanto che i preventivi si basano anche -e soprattutto- su questo fattore: spesso ci si ritrova a sacrificare i fine settimana o la sera per concludere un lavoro la cui consegna è slittata non per colpa nostra. Ma che ci vuoi fare, se potessimo lavorare da soli e per noi stessi saremmo tutti contenti, no?
Come si gestisce il tempo e il denaro quando si è copywriter freelance?
Mettendo per iscritto nero su bianco le modalità di lavoro con tutte le clausole del caso: fai firmare al cliente un documento per tutelarti, dove puoi indicare gli orari in cui contattarti ed eventualmente chiedere una parte dei soldi a metà lavoro e il resto a lavoro terminato.
Il copywriter freelance vive in casa appiccicato al pc
Beh, un po’ sì. E se non è casa è in un coworking o in un altro posto in cui stare seduto davanti al pc per ore. Il problema non è tanto questo (anche lavorare in ufficio 8 ore davanti a un pc è la stessa cosa) ma lo stacco tra lavoro e tempo libero. Se non hai un hobby outdoor o uno spazio aperto dove rilassarti rischi di vivere giornate segregato in casa, dove gli orari si sballano, il pigiama diventa una divisa e rischi di impazzire.
Il consiglio è -oltre a cercare qualcosa da fare fuori casa come passeggiate, palestra o quello che ti pare- evitare di lavorare in pigiama e cercare di mangiare sempre alla stessa ora, distribuendo pause strategiche durante il corso della giornata. Anche lavorare per un tot di ore e poi staccare è necessario; se qualcuno ti disturba oltre una certa rimanda l’incombenza alla mattina successiva (per questo è bene chiarire subito la propria reperibilità con i clienti).
Il copywriter freelance lotta da solo contro il mondo
I clienti, le tasse, il tempo, i preventivi, il commercialista, le deadline, tutto a volte sembra cospirare contro questo povero professionista con la testa stracolma di pensieri e preoccupazioni. La verità è che lavorare in proprio un po’ ci isola, e ci costringe a gestire tutto con le nostre forze: è un discorso che riguarda tutti i professionisti “lupi solitari” che devono pensare al proprio business, ma farcela da soli significa anche non dover dividere con nessun altro i frutti che hai piantato in prima persona.
Può succedere di sentirsi smarriti e pensare che si starebbe meglio su un eremo in compagnia di una capra, e forse è la verità: quando è così basta staccare la spina, respirare e tranquillizzarsi. Imparare a gestire il tempo e la mole di lavoro è la soluzione, anche se per riuscirci in modo soddisfacente possono volerci mesi, anche anni, fin quando il nostro metodo di lavoro si consolida da solo.